Nel nostro Paese, chi decide di donare un organo in vita (rene e porzione di fegato) è sottoposto ad una serie di rigorosi accertamenti per verificare il suo ottimale stato di salute psico-fisico, in aggiunta alla valutazione della sua motivazione che dovrà essere consapevole, informata e libera. Infatti, il potenziale donatore non deve subire pressioni, coercizioni, sollecitazioni, incentivazioni economiche o di alcun altro tipo.
Una delle principali tutele prevede che una équipe composta da sanitari non coinvolti nell’attività di trapianto, denominata di "parte terza", stabilisca l’opportunità del trapianto e l’idoneità del donatore, garantendone in questo modo la massima sicurezza. Inoltre, la legge italiana stabilisce che l’autorità giudiziaria vigili sul corretto svolgimento delle attività di trapianto di organi da donatore vivente.
Al donatore devono essere fornite informazioni adeguate per poter elaborare una decisione consapevole non soltanto sul tipo, l’entità e la probabilità dei rischi, ma anche sulle possibili alternative per il ricevente. È garantita la facoltà per il donatore di ritirare il consenso fino all’ultimo istante prima dell’intervento chirurgico. Il donatore è assistito non solo dopo il prelievo ma durante il corso di tutta la sua vita, al pari del paziente ricevente.
Per i donatori da vivente è prevista l’esenzione dalla partecipazione alle spese sanitarie (ticket) per gli esami connessi alla donazione, la giustificazione dell’assenza dal lavoro per l’esecuzione degli stessi, il ricovero e la convalescenza.
Al pari del donatore di organi, anche il donatore di cellule staminali emopoietiche è sottoposto a una serie di analisi e a un’attenta anamnesi per valutare il suo stato di salute. Una volta confermata la sua idoneità, al donatore vengono illustrate le modalità di prelievo e il consenso informato che dovrà essere letto in ogni sua parte e sottoscritto.
Anche in questo caso, il donatore può ritirare il proprio consenso in qualsiasi momento; tuttavia deve essere informato del fatto che la sua decisione potrebbe esporre a rischi di morte il ricevente sottoposto a regime di condizionamento (vale a dire quel processo di preparazione del paziente al trapianto e mirato alla distruzione delle sue cellule midollari, attraverso la somministrazione di chemio e/o radioterapia). In nessun momento del processo deve essere esercitata alcuna pressione sul potenziale donatore.
Le cellule staminali emopoietiche possono essere donate per un unico ricevente non consanguineo. L’identità del donatore, sia italiano che proveniente da un paese estero, deve essere protetta per garantirne l’anonimato nei confronti del paziente. Questa tutela deve anche impedire a terzi, estranei al processo di ricerca, selezione, raccolta uso delle cellule staminali emopoietiche, di associare il donatore al ricevente.
Lo stato di salute del volontario che ha donato le cellule staminali emopoietiche viene valutato attraverso regolari controlli, anche in assenza di particolari disturbi. I donatori di cellule staminali emopoietiche hanno diritto all’assenza retribuita dal lavoro (a questo link tutti i dettagli).
Per conoscere le modalità di prelievo rispetto alle diverse fonti di cellule staminali emopoietiche (midollo osseo, sangue periferico e sangue cordonale) si rimanda alla pagina del sito del Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo- IBMDR. In questa pagina sono anche illustrati i rischi collegati alla donazione.
Per approfondire la donazione di cellule staminali emopoietiche è possibile consultare questa scheda.
Data di pubblicazione: 5 dicembre 2018 , ultimo aggiornamento 5 dicembre 2018