Il paziente che ha ricevuto un trapianto è seguito per il corso di tutta la sua vita dal centro trapianto di riferimento; questo per accertare periodicamente lo stato di salute complessivo della persona e l’esito dell’intervento.
Le visite di controllo sono inizialmente più frequenti per poi passare ad una cadenza meno ravvicinata. Vengono analizzati i dosaggi dei farmaci antirigetto, le eventuali interazioni con altre terapie, la funzionalità dell’organo. Si controlla in sostanza che ci sia la massima attività dell’organo con il minimo degli effetti collaterali e che il range terapeutico sia sempre all’interno dei valori consentiti.
Per questo è compito dei medici informare i pazienti che qualora si manifestino sintomi di malfunzionamento o di intolleranza alla terapia antirigetto è necessario segnalarlo subito al centro trapianto che li ha in cura.
I dati sulla sopravvivenza del paziente dopo il trapianto (analisi della qualità degli esiti) pongono l’Italia tra i primi posti in Europa. Queste analisi riportano anche i dati per singolo centro, oltre a fornire un dettaglio sul reinserimento del paziente nella vita sociale (come la percentuale dei trapiantati che lavorano o che sono in condizione di farlo).
Per avere altre informazioni sugli aspetti assistenziali, fra cui assicurazioni e diritti dei lavoratori, ci si può mettere in contatto con le associazioni nazionali di trapiantati (ACTI, ANED, AITF, FORUM, LIVER-POOL) o con le loro sedi sul territorio (consulta l'Anagrafica delle Associazioni) che potranno dare indicazioni specifiche.
Chi ha ricevuto un trapianto, può partecipare a questa iniziativa, promossa dal Cnt in collaborazione all'Associazione ATCOM, rispondendo a questo breve questionario in forma anonima.
È scientificamente dimostrato che praticare un’attività fisica controllata fa bene sia per chi è in attesa di ricevere un trapianto sia per chi lo ha già ricevuto. Nel primo caso, l’esercizio fisico consente di arrivare all’intervento con una migliore condizione; nel secondo caso, previene l’insorgere di malattie croniche connesse all’assunzione dei farmaci immunosoppressori. Maggiori informazioni sono disponibili in questa brochure, realizzata dall'EDQM- Consiglio d'Europa. Questo video, realizzato dal Centro Nazionale Trapianti, ricorda che anche le piccole azioni quotidiane possono contribuire allo stato di benessere del paziente trapiantato.
Cosa fare? Il paziente deve rivolgersi al medico specialista che lo ha in cura e, sulla base delle sue condizioni cliniche, lo indirizzerà ad un medico dello sport che prescriverà un programma personalizzato. Questo programma dovrà essere facilmente accessibile e praticabile ogni giorno, quindi concepito e adattato all’ambiente in cui il paziente vive, e che può essere svolto sia indoor (palestra) che all'aria aperta.
Per chi volesse praticare attività fisica a casa, è disponibile un programma di 10 video lezioni (pubblicate mensilmente sul canale Youtube del Cnt) dedicato a tutti i trapiantati; prima di svolgere le lezioni online, invitiamo a prendere visione di questa informativa per praticare l'attività fisica in totale sicurezza e salvaguardare il dono ricevuto. Il programma è realizzato nell'ambito del progetto POST.
Anche chi ha ricevuto un trapianto può praticare attività sportiva agonistica purchè le sue condizioni cliniche lo consentono e sia in possesso di un certificato che ne attesti l’idoneità. Per conoscere le medicine dello sport che rilasciano il certificato medico sportivo ai trapiantati, scrivere all'indirizzo e-mail attivitafisicaetrapiantocnt@iss.it.
Tra i progetti e le iniziative di comunicazione realizzate dal CNT per promuovere lo sport o l'attività sportiva per chi ha ricevuto un trapianto d'organo, c'è la web serie Di nuovo in pista.
Se si vuole conoscere gli eventi sportivi dedicati ai trapiantati e ricevere tutte le informazioni per parteciparvi, è possibile contattare, fra tutte, le associazioni Aned Sport e Forum Sport Italia.
Data di pubblicazione: 5 dicembre 2018 , ultimo aggiornamento 8 marzo 2023