Il trapianto è un intervento chirurgico che consiste nella sostituzione di un organo o tessuto malato, quindi non più funzionante, con uno sano dello stesso tipo proveniente da un altro individuo che viene chiamato donatore..
Il trapianto è una prestazione sanitaria che rientra nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e, proprio per questo, è completamente gratuito. Si esegue in strutture pubbliche autorizzate dalle Regioni e dalle Province Autonome sulla base di determinati requisiti minimi strutturali, tecnologici e organizzativi. Grazie ai progressi della medicina moderna e alla presenza di una rete organizzativa sempre più efficiente, oggi il trapianto è un intervento routinario in grado di salvare migliaia di vite ogni anno.
Si ricorre al trapianto quando una grave insufficienza d’organo o una grave malattia del sangue non è curabile con altri trattamenti medici; spesso, infatti, il trapianto è una terapia salvavita, come nel caso in cui la grave insufficienza riguardi il cuore, il fegato, i polmoni, l’intestino. Per il rene e il pancreas, il trapianto costituisce la terapia sostitutiva naturale, molto più efficace e tollerabile rispetto alla dialisi o alla somministrazione di insulina. In altri casi, si parla di intervento “migliorativo”, come per il trapianto di tessuti.
Alla base del trapianto c’è la donazione, un atto volontario, consapevole, gratuito e anonimo.
Gli organi, i tessuti e le cellule staminali emopoietiche non possono essere costruiti artificialmente. Per questo, è necessario che si rendano disponibili sempre più donatori che, con il loro gesto, possono contribuire a rispondere in modo efficace alle tante richieste dei pazienti in attesa di trapianto.
Nella sezione Come diventare donatore sono riportate le modalità con cui è possibile esprimersi sulla donazione, sia in vita che dopo la nostra morte.
Il trapianto è un settore in rapida evoluzione e come tale rappresenta una vera e propria frontiera della chirurgia moderna. Negli ultimi anni i progressi della ricerca scientifica hanno reso possibili interventi ritenuti irrealizzabili solo pochi anni fa. Al momento, rientrano nei trapianti sperimentali tutti quegli interventi che coinvolgono, ad esempio, gli arti, il volto, l’utero e alcune tipologie di cellule; altre tipologie di trapianto sono in fase di studio.
L’iter prevede che la struttura ospedaliera che intende sperimentare un trapianto mai realizzato in precedenza, sottoponga al Centro Nazionale Trapianti un protocollo sperimentale, nel quale siano indicate nel dettaglio modalità, finalità e possibilità di riuscita. Oltre a ciò si richiede anche un parere di tipo etico redatto dal comitato che presiede a queste funzioni. Il CNT acquisisce il parere del Consiglio Superiore di Sanità che, dopo un’attenta valutazione, ha facoltà di approvare il protocollo per un numero limitato di trapianti di cui si riserva di verificarne i risultati. Solo dopo una scrupolosa analisi dei risultati, un programma di trapianto può passare dalla fase sperimentale a quella ordinaria.
Data di pubblicazione: 5 dicembre 2018 , ultimo aggiornamento 25 novembre 2023