Le tutele per chi dona un organo in vita

Le tutele per chi dona un organo in vita

Data di ultimo aggiornamentoAggiornato il 25/06/2025

In Italia, chi decide di donare un organo in vita è sottoposto ad una serie di rigorosi accertamenti per verificare il suo ottimale stato di salute psico-fisico, in aggiunta alla valutazione della sua motivazione che dovrà essere consapevole, informata e libera. Infatti, il potenziale donatore non deve subire pressioni, coercizioni, sollecitazioni, incentivazioni economiche o di alcun altro tipo.

Una delle principali tutele prevede che una équipe composta da sanitari non coinvolti nell’attività di trapianto, denominata di "parte terza", stabilisca l’opportunità del trapianto e l’idoneità del donatore, garantendone in questo modo la massima sicurezza. Inoltre, la legge italiana stabilisce che l’autorità giudiziaria vigili sul corretto svolgimento delle attività di trapianto di organi da donatore vivente.

Al donatore devono essere fornite informazioni adeguate per poter elaborare una decisione consapevole non soltanto sul tipo, l’entità e la probabilità dei rischi, ma anche sulle possibili alternative per il ricevente. È garantita la facoltà per il donatore di ritirare il consenso fino all’ultimo istante prima dell’intervento chirurgico. Il donatore è assistito non solo dopo il prelievo ma durante il corso di tutta la sua vita, al pari del paziente ricevente.

Per i donatori da vivente è prevista l’esenzione dalla partecipazione alle spese sanitarie (ticket) per gli esami connessi alla donazione, la giustificazione dell’assenza dal lavoro per l’esecuzione degli stessi, il ricovero e la convalescenza. 

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