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Come

Il trapianto di cellule staminali da donatore sano avviene attraverso una semplice trasfusione di sangue (chiamata “infusione”). È sufficiente infatti iniettare per via endovenosa le cellule staminali emopoietiche (CSE), visto che queste sono naturalmente in grado di trovare da sole la strada per colonizzare il midollo osseo e produrre i vari tipi di cellule del sangue.

Una scoperta tutta italiana ha messo a punto recentemente una tecnica alternativa per il trapianto di staminali da sangue cordonale che prevede l’infusione delle stesse cellule direttamente all’interno delle ossa del bacino (cresta iliaca postero superiore). Questo tipo di trapianto è definito “intra-osseo”.

Esistono tre tipologie di trapianto di cellule staminali emopoietiche:

  • trapianto autologo di CSE;
  • trapianto singenico di CSE;
  • trapianto allogenico di CSE.

Trapianto autologo di CSE (da midollo osseo e da sangue periferico)
Con la dicitura “trapianto autologo” si indica, in realtà, un trattamento chemio/radioterapico ad alte dosi di farmaci a cui segue l’infusione (termine scientificamente più corretto) di cellule staminali emopoietiche provenienti dal paziente stesso. Questa procedura rientra in protocolli specifici per il trattamento di particolari malattie ed ha l’obiettivo primario di stabilizzare e consolidare i risultati ottenuti con i cicli chemioterapici a cui il paziente è stato precedentemente sottoposto.

Trapianto singenico di CSE (da midollo osseo e da sangue periferico)
Nel trapianto singenico il donatore di cellule staminali è un gemello geneticamente identico al ricevente. L’origine delle cellule staminali trapiantate elimina i problemi connessi alla compatibilità donatore-ricevente. Poiché i gemelli identici (omozigoti) rappresentano solo lo 0.3% di tutte le nascite, un parto gemellare ogni 270, il trapianto singenico costituisce un’evenienza rara.

Trapianto allogenico di CSE (da midollo osseo, sangue periferico e sangue cordonale)
Questo tipo di trapianto consiste nel prelievo da un donatore sano compatibile di un numero adeguato di CSE e nella loro successiva introduzione in un paziente adeguatamente “preparato”, attraverso un trattamento chemio/radioterapico, per riceverle. Le cellule del donatore hanno un duplice compito: da un lato, quello di sostituire il midollo osseo distrutto dal regime di condizionamento (chemio/radio terapia); dall’altro, quello di eliminare le cellule malate rimaste dopo il trattamento farmacologico, grazie alla capacità di particolari globuli bianchi del donatore di riconoscerle come estranee.
Per questo tipo di trapianto le CSE possono derivare da:

  • donatore appartenente al nucleo familiare, generalmente fratello o sorella;
  • donatore non familiare (iscritto al Registro Donatori di Midollo Osseo- IBMDR);
  • unità di sangue cordonale donate a scopo solidaristico.







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