La diffusione di nuove terapie antiretrovirali ha sensibilmente migliorato la qualità di vita delle persone affette da HIV, restituendo loro il pieno recupero della vita sociale e lavorativa. Negli ultimi dieci anni, la messa a punto di farmaci mirati ha reso l’AIDS sempre meno mortale, riducendo l’infezione da HIV ad una patologia cronica.
Le conquiste registrate dalla medicina in questo settore coinvolgono anche i trapianti su soggetti sieropositivi che, a causa dell’infezione, possono andare incontro, nel tempo, anche a disfunzioni multiorgano gravi. Superate le iniziali incertezze relative ai possibili effetti negativi della terapia immunosoppressiva sull’avanzamento della malattia, il Centro Nazionale Trapianti ha attivato nel 2002 una serie di protocolli e programmi-pilota per regolamentare le procedure nel trapianto di organo solido in favore di soggetti sieropositivi.
Conclusa la fase sperimentale, tra il 2009 e il 2010 sono stati pubblicati dei protocolli specifici e un programma nazionale, approvato dalla Conferenza Stato-Regioni e dedicato ai trapianti di rene, rene-pancreas, cuore, polmone e fegato nei soggetti con infezione da HIV. Il documento stabilisce, tra l’altro, i criteri di selezione per l’inserimento del paziente nelle liste d’attesa nazionali e quelli di idoneità per il centro trapianti che intende aderire al Programma.
Il programma, sostenuto anche dalla Commissione Nazionale AIDS e accolto con entusiasmo dalle Consulta Associazioni AIDS, è gestito dal Centro Nazionale Trapianti.
Le indicazioni al trapianto, le problematiche correlate alle interazioni dei farmaci antiretrovirali e la terapia immunosopressiva sono anche contenute nella "Sezione 5 - Situazioni a cui porre particolare attenzione" delle Linee Guida Italiane dei farmaci antiretrovirali e della gestione diagnostico-clinica delle persone con infezione da HIV-1.
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